L’urlo del V12, vera e propria musica per le orecchie degli appassionati, continua per fortuna a farsi sentire anche fuori dalle sale di prova a Maranello. L’ultima della serie a utilizzare un motore che la Ferrari vuol continuare a produrre finché sarà possibile è la 812 Competizione. Derivata dalla 812 Superfast, monta il V12 aspirato di produzione più potente della storia della Ferrari. Siglato 140HB, ha una cilindrata di 6495 cm3 e una potenza di 830 cavalli allo strepitoso regime di 9250 giri, esattamente 250 prima dell’entrata in funzione del limitatore. La potenza specifica è di 128 cv/litro, con una coppia motrice che raggiunge il suo vertice a 7000 giri con 692 Nm ma che è disponibile all’80% già a 2500 giri.
Fibra di carbonio e segni particolari
La 812 Competizione so distingue per molti particolari, cominciando dalla banda in fibra di carbonio che attraversa il cofano e serve a gestire flussi dell’aria il cui percorso è stato minuziosamente studiato. Ogni particolare della carrozzeria e del fondo ha una funzione aerodinamica e, a tale scopo, il lunotto posteriore in vetro è stato sostituito da un pannello apribile che monta dei deviatori di flusso. Alleggerita al massimo, la più recente Ferrari ha un peso minimo limitato sino a 1487 kg con gli optional dedicati. A bordo si notano pannelli in fibra di carbonio nelle porte e ampie finiture nello stesso materiale nella plancia e nel tunnel centrale. La vettura è realizzata in una tiratura limitata, con 1098 esemplari che hanno già trovato un acquirente. La versione coupé era in vendita a partire da 499.000 euro e sarà realizzata in un contingente di 599 esemplari. La Targa parte da 579.000 euro e andrà a 499 affezionati clienti del cavallino rampante.
La prova in pista
Guidata in pista a Fiorano, la 812 Competizione è semplicemente entusiasmante non solo per le prestazioni, dato che in soli 2”85 si toccano i 100 km/h e che in 7”5 la lancetta del tachimetro arriva a quota 200. La velocità di punta è di 340 km/h. È anche la prima Ferrari ad avere le ruote posteriori sterzanti, oltre ad un avantreno precisissimo nell’impostare le traiettorie. Le varie modalità di utilizzo della vettura culminano con il “CT-Off” che esclude i controlli elettronici e permette di ottenere sovrasterzi di potenza ben controllabili e per questo particolarmente divertenti. Il motore ha una spinta quasi inesauribile sino dal basso, con i led sulla parte superiore della corona del volante che annunciano l’avvicinarsi dei 9500 giri di entrata in azione del limitatore. Il cambio a doppia frizione a 7 marce permette inserimenti e scalate rapidissimi. L’ultimo elogio va a un impianto frenante potente sicuro e tetragono agli sforzi della guida in circuito.
La prova completa è sul prossimo numero di Auto in edicola