La Ferrari F8 Tributo è la più recente delle berlinette Ferrari. Un’evoluzione della 488 GTB migliorata in tutto e per tutto: 50 cavalli in più, 40 kg di peso in meno e un’efficienza aerodinamica migliorata del 10%. Ma prima ancora di guidarla e di raccontare com’è fatta e come va è bene partire dal nome. Che nel caso di questa F8 ha una spiegazione particolare.
Doveroso Tributo
Nella simbologia Ferrari, ogni nome ed ogni sigla hanno un significato preciso. Tanti anni fa la Ferrari battezzava le proprie auto per lo più con la cilindrata unitaria del motore: ad esempio 365 GTC era il frutto della divisione fra i 4,4 litri di cilindrata per i 12 cilindri del motore (4390 cc diviso 12= 365). In tempi più recenti, come nel caso della 458, la sigla nasceva dalla fusione tra la cilindrata complessiva (4500 cc) e i cilindri (8). Ma F8 Tributo allora che vuol dire? Semplice. È un omaggio, un Tributo, al motore 8 cilindri a V, il propulsore che ha spinto tutte le Ferrari berlinetta 2 posti dal 1975 ad oggi. A partire dalla mitica 308 fino all’ultima 488.
Perché un omaggio? Perché in futuro questo V8 termico puro e duro, come lo conosciamo attualmente, è destinato a scomparire. Diventerà una power unit ibrida con recupero di energia elettrica perché tutte le nuove Ferrari dal 2020 in poi saranno elettrificate per ridurre le emissioni. Per cui la F8 resterà l’ultima espressione di un motore V8 Ferrari soltanto termico.
Più leggera, più potente, più green
La meccanica della F8 Tributo è un mix fra le componenti della 488 GTB e quelle della Pista, la versione più sportiva ed estrema della 488 La potenza raggiunta da questo V8 di 3,9 litri sovralimentato è sbalorditiva: 720 cavalli a 8000 giri, 50 cv in più della GTB. È la più alta potenza specifica mai raggiunta da un motore Ferrari V8 stradale: 185 cavalli per litro di cilindrata.
Chi va a paragonare i dati tecnici scoprirà che la F8 Tributo in realtà eroga la stessa potenza (720 cv) della Pista, che è la versione più estrema della 488 GTB. La F8 però possiede numerosi dispositivi anti-inquinamento, fra cui il filtro anti-particolato della benzina, introdotti per abbassare le emissioni fino a rispettare le normative Euro 6d, che non sono invece presenti sulla 488 Pista. Questi dispositivi rappresentano un vero “tappo” per il motore e l’hanno parzialmente “soffocato”. I motoristi così sono stati costretti a recuperare con vari artifizi la potenza dispersa dai sistemi anti-inquinamento. Per questo il risultato della potenza massima raggiunto con la F8, pur a parità di cavalli, è ancor più significativo di quello della 488 Pista.
Stile da Formula 1
Esteriormente la F8 Tributo si differenzia decisamente dalla 488 nella coda. Dove i designer hanno deciso il ritorno al doppio faro tondo posteriore invece di quello singolo. Doppio faro che le Ferrari berlinetta avevano fino al 2009 e che poi era stato tolto per motivi tecnici (nella coda fuoriusciva un canale di passaggio dell’aria per l’alimentazione e non c’era più lo spazio per un secondo faro). Davanti invece c’è al centro del muso il sistema S-Duct, di derivazione Formula Uno: è una feritoia che prende aria da sotto al muso e la espelle sopra al cofano generando più deportanza. L’esperienza degli studi aerodinamici della F1 è molto forte su questa F8: sotto al muso, ma anche nel retrotreno, ci sono diversi sistemi aerodinamici formati da deflettori attivi e passivi che aumentano la deportanza in curva e fanno invece stallare l’auto in rettifilo perché offra meno resistenza all’avanzamento in piena velocità.
I puristi riconosceranno la nuova berlinetta anche dal sound. Sulla F8 i progettisti hanno allungato i collettori per ridurre l’unico deficit del motore turbo: il rumore soffocato per via della presenza di turbine e compressori. La F8 ha adesso un rombo più violento e tipicamente Ferrari, e non più il cupo borbottìo della 488. Certo, non raggiunge la purezza del suono del V8 aspirato della precedente 458, ma è sicuramente il sound più grintoso che un’auto sportiva a motore turbo possa emettere.
La F8 Tributo monta il cambio 7 marce a doppia frizione della 488 e gli stessi sistemi elettronici per il controllo della trazione, della stabilità, il differenziale elettronico e il side-slip control (SSC). Ma una novità tecnica importante è l’introduzione di un sistema che si chiama Ferrari Dynamic Enhancer Plus, (FDE+), assente sulla 488, che migliora ulteriormente la dinamica di guida.
Animale da pista
Abbiamo avuto la prova della sua efficacia guidando la F8 sulla pista di Fiorano. Quando si agisce sullo sterzo per inserire in curva velocemente la F8, il sistema fa girare in fretta l’auto: ne facilita l’inserimento. Il software agisce tramite lievi pinzate sui freni permettendo di migliorare l’ingresso in curva della F8. Praticamente funziona come un controllo di stabilità ma al contrario e in entrata di curva: fa ruotare leggermente il posteriore per favorire l’inserimento.
La F8 Tributo è ancor più leggera della 488 e della 458. Rispetto alla precedente berlinetta turbo pesa 40 kg di meno (18 kg dei quali risparmiati sul motore grazie a nuove bielle, albero motore diverso e condotti di scarico più sottili) per cui anche la maneggevolezza e la prontezza in frenata ne risultano esasperate, a tutto vantaggio del divertimento di guida. La facilità con cui si riesce a spingere a fondo il gas ed a sfruttare al massimo i 720 cavalli del motore è stupefacente, grazie anche al pressoché nullo ritardo di riposta dal turbo che su altre auto è invece fastidiosissimo. L’accelerazione è spaventosa: 2,9 secondi da zero a cento km orari e 7,8 per scattare da fermo fino a 200 km/h. Sulla pista di Fiorano spingendo tutti i cavalli in rettifilo si arrivano a staccare alla prima curva poco oltre i 240 km orari. Ma ci vorrebbe l’ovale di Indianapolis per vedere i 340 km/h di velocità massima dichiarati dal Cavallino...
Per la prima volta la berlinetta è anche molto più fruibile nella guida di tutti i giorni. L’abbiamo provata anche su strade tortuose di montagna e persino sotto il nubifragio che ha squassato il centro Italia nei giorni scorsi; persino sulle strade allagate la F8 non ha avuto esitazioni né sbandate. L’unica precauzione è stata mettere il manettino in posizione “wet”, quella che addolcisce al massimo l’erogazione di potenza. Con 720 cavalli sarebbe stata un attimo perderla. E invece la F8 se l’è cavata bene nonostante le ruote di sezione così larga amplifichino i rischi di aquaplaning. Ultima novità: l’impianto frenante (sempre carboceramico) è stato reso più reattivo al tocco del pedale accorciando la corsa ed è diventato migliore l’uso a bassa velocità in caso di emergenza.
La F8 Tributo costerà 236.000 euro e verrà lanciata sul mercato nel corso del mese di settembre. Anche nel nuovissimo e originale colore blu corsa, particolarmente ben riuscito, che spezza l’abitudine del solito rosso Ferrari.