Come da programma la quarta generazione di Prius, l’ibrida Toyota per antonomasia, ha visto presentare la variante Plug-in a seguire la già commercializzata Full Hybrid. Qual è la differenza? Che l’ultima arrivata ha un apparato elettrico dell’83% più potente, batterie più grandi quasi del doppio e la possibilità di essere ricaricata tramite una presa e quindi con la corrente di rete.
Analizzando più nel dettaglio tecnico la nuova Toyota che in Italia arriverà nel corso dell’estate (i prezzi verranno diffusi a giugno, ma si parla di circa 40mila euro) vediamo che al consueto 1.8 a ciclo Atkinson da 98 cv sono affiancati stavolta due propulsori elettrici: l’unità che sulla ibrida normale funge da generatore, infatti, in questo caso fa anche da motore fornendo 31 cv che si sommano ai 72 cv dell’unità principale. La potenza di punta complessiva va così a raggiungere i 122 cv. Al tutto viene associata una trasmissione planetaria rivista, con un gruppo frizione “monoverso”, e soprattutto il pacco batterie agli ioni di litio che passa dai 4,4 kWh della precedente Plug-in (quella del 2007) agli attuali 8,8 kWh. Interessante anche l’utilizzo di una pompa di calore a iniezione di gas per la climatizzazione, che rispetto ai sistemi tradizionali migliora l’efficienza dell’80%.
Le differenze proseguono sensibili dal punto di vista estetico, a partire dal frontale ridisegnato sia nella calandra (in resina acrilica semitrasparente e più “chiusa”) sia nei gruppi ottici, ora con luci diurne verticali e soprattutto con led multipli e “modulari” che possono ripartire opportunamente il fascio di luce principale. Ridisegnato pure il portellone, con un profilo più arcuato dello spoiler che suddivide i due lunotti classici, oltre ad essere realizzato impiegando anche il carbonio. Parlando di materiali, rivisti significativamente quelli votati all’insonorizzazione, mentre internamente è stato rivisto il display centrale, ora da 8 pollici anziché 7.
All’atto pratico, come abbiamo avuto modo di verificare guidando la nuova Prius PHV Plug-in nei dintorni di Girona, l’utilizzo della modalità elettrica diventa davvero preponderante, grazie al fatto di avere a disposizione qualcosa come 50 km di percorrenza solo a batterie. Questo se volessimo utilizzare la modalità EV (praticamente “full electric”) al posto della HV, che invece è più simile all’impiego ibrido “misto” tradizionale, alle quali si sommano la EV City (che allontana ulteriormente l’intervento del motore termico, solo quando si chiede la massima potenza) e la Battery Charge (che privilegia la ricarica delle batterie). A queste impostazioni si sommano tre “stili”: Normal, Power ed Eco a seconda se si vogliano privilegiare le prestazioni oppure i consumi. Per questi ultimi, il dato ufficiale parla addirittura di 100 km/litro, legati ai cicli omologativi e a situazioni tecniche (pneumatici e altro) favorevoli. Preferiremmo tuttavia evidenziare che nell’impiego reale il display ci ha rimandato un più che positivo valore medio di 3,1 litri per 100 km, vale a dire un rispettosissimo 32 km/litro che già basta a ingolosire.
Al di là di quanto legato a consumi e risparmio, la Prius PHV Plug-in ha offerto una guida molto piacevole grazie in particolare alla pronta risposta della propulsione elettrica nelle condizioni di traffico o guida mista. Nel totale l’accelerazione è pari a 11,1 secondi (nello zero-cento orari) e si possono raggiungere i 162 km/h da ibrida e i 135 km/h con la sola elettricità: il dato maggiore è in realtà un po’ più basso rispetto alla Prius Full Hybrid perché la batteria maggiorata e il differente apparato elettrico portano a un aumento di peso di circa 100 kg, che a sua volta ha comportato una diminuzione dei rapporti di trasmissione. Le dimensioni aumentate del pacco batterie (passato da 56 a 95 celle) hanno comportato lo spostamento da sotto i sedili al vano bagagli, fattore che ne ha diminuita la capacità a 360 litri. Un ulteriore limite similare è che la Prius PHV Plug-in ha un’abitabilità di 4 posti anziché 5. Resta dunque da valutare se tali compromessi vengano adeguatamente compensati, nel nostro impiego quotidiano dell’auto, dagli indubbi vantaggi in quanto a efficienza generale, mobilità urbana e consumi ridotti, ai quali si aggiunge un tempo di ricarica in modalità Mennekes pari a 2 ore (3h10’ invece con la presa domestica normale).
TOYOTA, LA GAMMA COMPLETA E I PREZZI