Primo Test La Redazione 2015-05-19T05:40:15
Alfa Romeo 4C Spider primo test
Balocco (VC)
Muovendosi all’interno del proving ground di Balocco è difficile non farsi distrarre dalla notevole quantità di finte Ghibli, camuffate e col passo evidentemente accorciato rispetto all’originale che, in realtà, nascondono la scocca della Giulia (ma il nome non è ancora certo) e che girano ininterrottamente per testare la meccanica della vettura che, dal prossimo autunno, diventerà lo spartiacque della storia del “Biscione”.
Ma con un po’ di sforzo, siamo riusciti a concentrarci anche sulla 4C Spider, che per il momento è la novità più recente dell’Alfa.
La piccola roadster ripropone quasi integralmente la linea della coupé e questo è un bene. Anzi, in qualcosa la migliora pure, visto che introduce proiettori più tradizionali e coerenti con lo stile generale rispetto a quelli spettacolari ma un po’ troppo tormentati visti inizialmente. E nella parte bassa della fiancata sinistra spunta anche una nuova presa d’aria per scongiurare il surriscaldamento del cambio nell’uso in pista che si è manifestato su qualche esemplare di coupé (ovviamente anche quest’ultima può beneficiare anch’essa della modifica).
La capote è ovviamente in tela e la si mette e toglie manualmente con poche mosse, anche se in due l’operazione diventa più agevole e rapida. Una volta asportata e arrotolata, viene posta in un’apposita sacca da riporre nel vano posteriore, occupandone però per gran parte i 110 litri di capacità dichiarati. L’abitacolo è quasi immutato, quindi continua a non concedere nulla al lusso. Gli spazi per i piccoli oggetti sono limitati al minimo, in compenso ci sono abbastanza centimetri per gli occupanti.
Rispetto alla coupé, la Spider denuncia 45 kg in più, ma ciascuno dei 240 cv disponibili deve farsi carico di meno di 4 kg e questo è un risultato notevolissimo nella categoria. Su strada e anche in pista le differenze sono rilevabili - forse – solo col cronometro e non si notano neppure movimenti della scocca causati dalla sparizione del tetto, grazie alla rigidità della vasca in carbonio che costituisce l’ossatura della Spider.
Le prestazioni dichiarate della Spider sono praticamente le stesse della coupé: 257 km/h (anziché 258), 4”5 sullo 0-100, 36 metri da 100 a 0.
Rimangono anche gli stessi pregi e difetti: capacità entusiasmante di guadagnare velocità, agilità tra le curve fuori scala, cambio a doppia frizione molto rapido, comando dei freni granitico proprio come lo si desidera in pista e sterzo senza servoassistenza un po’ ansiogeno sul dritto.
Viaggiando a capote aperta il rumore è abbondante (da chiusa la situazione non è poi sostanzialmente diversa) però c’è un buon riparo aerodinamico. La sonorità di scarico, come era prevedibile, è ancora più imperante, ma l’Alfa non conta di fermarsi qui e ha annunciato l’arrivo imminente, a richiesta, di un impianto Akrapovic attivo.
Il prezzo annunciato è di 75 mila euro, superiore a quello della coupé, che è, con l'ultima ricca infornata di accessori, di 65.000 euro.
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