Home

News

Anteprime

Prove

Primi Test

Saloni

Auto Dell'anno

Foto

Auto

LISTINO

MINI John Cooper Works, test su strada

Firenze Ecco la Mini più performante ed accattivante, chiaramente la meno venduta ma altrettanto distintamente quella che suscita il maggior fascino ed appeal del modello: la John Cooper Works, accreditata per questa nuova edizione di ben 231 cv. Come già registrato per le versioni meno potenti, a ben guardare anche questa JCW propone un mix molto equilibrato tra notevole dinamismo e semplicità, facilità di guida; il comportamento tra le curve, anche avvicinando i limiti di tenuta, resta sempre armonico e prevedibile, con l’avantreno che mostra un sottosterzo progressivo ed un retrotreno che può alleggerire (in special modo con la taratura più libera Dynamic impostata sul controllo di stabilità) senza però mai mostrarsi ballerino. In passato, lo stesso modello mostrava in effetti un carattere più deciso, senza dubbio più accattivante e smaliziato nelle mani dei conducenti più capaci ed esperti; adesso, anche volendo, con bruschi rilasci in curva si “chiude” la traiettoria appena velatamente. In compenso, brillano scorrevolezza, armonia di guida e precisione di traiettoria, complice uno sterzo sensibile e preciso ed un assetto standard senz’altro “duretto” ma ottimo per le strade miste, oltre che non troppo penalizzante sull’asfalto urbano (sempre che sia in buone condizioni). Un po’ meno convincenti le coperture Pirelli Cinturato P7 montate sui cerchi opzionali da 18” presenti sull’auto di prova, che coi primi caldi mostrano presto un certo limite di aderenza a discapito di feeling ed effetto “compasso”. Dal canto suo, motore e cambio mostrano un bel mordente complessivo, anche qui però nel contesto di un’aggressività molto raffinata. Il due litri sovralimentato a iniezione diretta ha un picco di potenza leggermente più alto di quello standard da 192 cv della Cooper S (5200-6000 contro 4700-6000), ma si comporta in maniera pressoché identica: molto fluido ed elastico, con erogazione però uniforme priva di particolari picchi che tolgono un po’ di sapore rustico all’esperienza. Eppure la spinta c’è tutta, con lo scatto “zero-cento” che avviene in 6”3 con cambio manuale e in 6”1 con quello automatico. Quest’ultimo, presente sull’esemplare di test, è un sei rapporti con convertitore di coppia, piuttosto ben educato alla sportività della Mini JCW seppur meno più pigro nel consentire la discesa di rapporto in fase di scalata sequenziale manuale; le marce, dal canto loro, sono un po’ troppo lunghette per godere appieno del telaio (sacrificio ad Euro 6 e consumi), con in particolar modo un passaggio seconda-terza troppo distanziato (oltre 2000 giri di caduta cambiando a limitatore). Tanto la veste esterna è vistosa e curata, quanto lo è l’abitacolo, arricchito di una dotazione standard assai più completa rispetto alla Cooper S e di inediti sedili sportivi dall’elevato contenimento laterale nonché dotati di prolunghe regolabili del piano di appoggio. Ottima la posizione di guida, tanto più “gustosa” se ribassata al massimo (pazienza la visibilità…) per ottimizzare il feeling kartistico; altrettanto valido il confort autostradale, argomento reso tanto più vivo dal carattere equilibrato e composto di questa ex cattivissima, seppur sempre più performante, Mini JCW (31.200 euro).

MINI John Cooper Works, test su strada - foto gallery