Primo Test Lodovico Basalù 2015-02-26T10:15:34
Fiat 500X e Jeep Renegade, prova sul ghiaccio
Arjeplog (Svezia, Circolo Polare Artico)
C’è davvero grande fermento in Fiat. O meglio in FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Perché già da tempo si è cominciato a vedere molto di interessante, non ultime la Fiat 500x e la Jeep Renegade. Già provate abbondantemente, ma mai in condizioni limite, come quelle che abbiamo trovato in Svezia, presso l’FCA Proving Ground Center. Una vera e propria base artica, dove da ottobre ad aprile vengono collaudate auto già in produzione o prototipi che prefigurano future novità, come ad esempio la 500 a 5 porte già anticipata da “Auto”. Ovviamente nel corso del test organizzato da Fiat non si è parlato di questo, ma di quanto sono capaci di fare, appunto, la 500x e la Jeep Renegade, che come noto nascono sullo stesso pianale nello stabilimento di Melfi. Due cugine, ma profondamente differenti.
Cominciamo dalla prima, che abbiamo provato nella versione 2.0 Mjet AT9 4x Cross Plus, insomma il top della gamma con il suo quattro cilindri turbodiesel da 140 cavalli e cambio automatico ZF a 9 rapporti, anche con i paddle sul volante. Una crossover a tutti gli effetti che però è in grado di dire la sua sull’impegnativa pista di handling del Proving Ground Center o su sentieri ghiacciati e più che impegnativi per tutta la meccanica. L’altezza dal suolo di 179 mm è apparsa sufficiente anche in condizioni così particolari, con angoli di attacco di 21,3° e uscita di 30,1°, mentre quello di dosso è di 22,3°. Tra le 3 opzioni che si possono scegliere a livello di trazione, la più indicata in condizioni come quelle trovate in Svezia, appare la modalità “Traction”, che permette la partenza con un primo rapporto cortissimo e con tutti i rapporti più bassi, lasciando molto attivi i controlli di trazione e di sbandata. Volendo si può optare per “Auto” e la 500x fa tutto da sola. Se invece ci si vuole esaltare alla guida, in “Sport” i controlli elettronici sono più permissivi, cosa che abbiamo potuto constatate sulla pista di handling tra un controsterzo e l’altro, con un retrotreno ben gestibile che consente una guida divertente, anche sul ghiaccio. Tutto è molto intuitivo e facile, anche per l’inesperto.
Cosa che invece avviene in misura minore sulla Jeep Renegade 2.0 Mjet Trailhawk 4WD Automatic, la più estrema a livello di off road e forte di un 2.0 litri turbodiesel da 170 cavalli, sempre assecondato dal cambio ZF a 9 rapporti ma senza paddle sul volante. E’ più alta da terra di 45 mm rispetto alla 500x e di 20 mm rispetto alle Renegade Longitude e Limited, più “borghesi”. Pur arrampicandosi senza problemi anche tra solchi di neve profondi e ghiaccio, con angolo di attacco di 30° e 34° di uscita, la regolazione delle varie mappature è alquanto laboriosa e scomoda da azionare. In compenso ci sono ben 5 modalità, selezionabili attraverso il Jeep Active Drive, ovvero “Auto”, “Snow”, “Sand” e “Muded”, oltre a “Rock”, con quest’ultimo che permette persino di girovagare in una pietraia o su un terreno comunque impossibile. In caso di necessità di “ridotte”, e lo abbiamo constatato, molto utile in Jeep Active Drive Low, che accorcia i rapporti di trasmissione e che insieme all’Hill Descent Control, permette di scendere su pendii da “montagne russe” piuttosto agevolmente.
Per il resto il motore è più che adeguato a quello che deve fare la Trailhawk anche quando le si chiede l’impossibile. E come era già emerso nel corso del varo di questo modello, ci troviamo di fronte a un mezzo piacevole anche dal punto di vista estetico (come la 500x del resto), che ha il solo difetto di essere un po’ rumoroso. E con un listino accettabile ma già impegnativo, che è pari a 32.800 euro. Gli ingegneri Fiat ci hanno spiegato che sulla 500x è stato quello Torino il maggiore apporto, mentre per quel che riguarda la Renegade Trailhawk la messa a punto in offroad è più “made in Jeep”. Insomma da un pianale comune sono saltate fuori due modelli molti differenti. E in quanto alla Jeep, bella la forma dei fanalini posteriori, che vogliono richiamare il look della tanica di carburante delle mitica Wyllis della seconda guerra mondiale. O il disegno di un ragno sul bocchettone del carburante, come a dire che tra un pieno e l’altro crescono le…ragnatele.
Fiat 500x e Jeep Renegade, prova sul ghiaccio - le foto