Il Gruppo Unipol, con il supporto scientifico del Politecnico di Milano, ha promosso la nascita di un Think Tank per la mobilità del futuro: The Urban Mobility Council. Il Think Tank affronterà i percorsi delle mobilità del futuro alla ricerca di una sostenibilità economica, sociale e ambientale resa possibile dalla transizione digitale. Filo conduttore delle attività del Think Tank saranno i dati, fondamentali per analizzare trend attuali e futuri, costruire strategie di medio lungo termine su basi solide e in grado di con- nettere alla realtà un mondo, quello della mobilità, in profonda transizione con importanti ricadute tecnologiche, economiche, industriali e culturali. Il Think Tank svilupperà la propria attività partendo dagli scenari realizzati dagli osservatori del Politecnico di Milano che si svilupperanno su quattro direttrici: Connected Mobility, Green Mobility, Autonomous Mobility e Integrated Mobility. Abbiamo incontrato Giacomo Lovati, Chief Beyond Insurance Officer di UnipolSai, che ci ha spiegato i servizi che ora UnipolSai offre ai suoi clienti.
"Noi siamo la principale compagnia assicurativa nel mondo dell’auto e ovviamente il nostro DNA rimane questo. Allo stesso tempo, da quindici anni abbiamo cominciato un percorso tec- nologico avviato con l’inserimento di un prodotto prettamente assicurativo, come quello delle scatole nere di cui siamo leader al mondo perché gestiamo 4 milioni di clienti con questo dispositivo. Successivamente abbiamo aggiunto una serie di prodotti; creato una rete di riparazione auto, carrozzerie e officine, un’azienda che sostituisce e ripara i cristalli, la telematica per la gestione dei dati, per arrivare ai giorni nostri in cui siamo in grado di offrire un ulteriore pacchetto ai nostri clienti. Attraverso la nostra rete di oltre duemilacinquecento agenzie, possiamo infatti anche vendere auto con la formula del noleggio a lungo termine, grazie ad una base clienti di oltre 10 milioni di italiani che guidano delle vetture assicurate con noi".
Come è stata accolta questa offerta?
"È stato un passaggio abbastanza naturale quello di proporre non più soltanto l’assicurazione ma l’autovettura. Ma non ci siamo fermati al noleggio e all’assistenza, abbiamo proseguito nel mondo digital con due piattaforme che fanno transazione di vetture usate. A un cliente che ha bisogno di muoversi con un’autovettura ora siamo in grado di offrire praticamente tutto; l’auto, l’assicurazione e i pagamenti di mobilità".
Quindi anche i pedaggi dell’autostrada e non solo.
"Da marzo siamo entrati in un mercato nuovo che finalmente si è aperto, come quello del pagamento del pedaggio autostradale. Siamo in concorrenza con un monopolista storico da trent’anni, ma anche qui con un concetto semplice: ho clienti che hanno esigenze a cui io posso rispondere e quindi vado sempre di più a fidelizzarli con un’offerta a 360 gradi".
Sempre di più “problem solving” del vostro cliente?
"Effettivamente sì, io ho un cliente che vuole acquistare un’au- tovettura, gliela posso vendere attraverso la mia rete di agenzie, gliela assicuro - il nostro core business -, poi se ha bisogno di manutenzione ho mille officine, se ha bisogno di assistenza per un guasto o un incidente lo recupero con i miei mezzi e lo porto in una delle officine convenzionate, gli faccio fare tutti i pagamenti di mobilità, multe, bolli, ztl, carburanti attraverso delle carte carburanti in partnership. E ad un certo punto se deve venderla noi siamo pronti perché la valutiamo, la offriamo sulle nostre piattaforme di auto usate e infine gli ripropongo di ricominciare da capo questo circuito con un’altra vettura".
Ma gli italiani sono pronti a queste offerte così complete?
"Noi stiamo cercando di fare un percorso dove il punto d’arrivo è proprio il noleggio a lungo termine che propone un canone fisso mensile e che al cliente di fatto dice: “tu non devi più preoccuparti di niente”. Ecco, questo crediamo sarà il punto d’arrivo perché la mobilità si sta dividendo in due; il commuting, ovvero mi devo spostare per necessità; e quello che possiamo chiamare leisure. Ovvero usare la vettura per piacere. Dal lato del commuting, sempre più frequentemente le persone non vogliono avere stress. E quando insorge un problema vuole che qualcuno lo risolva".
La commodity supera i costi più alti?
"Non esiste una soluzione e una ricetta valida per tutti. Ci sono persone o famiglie che per consumi e spostamenti sono più adatte, altre meno o per niente. Ma è un’esigenza e un’adatta- bilità che riscontriamo sempre più spesso, non a caso ci siamo impegnati ad avviare questo percorso".
Come sarà la mobilità tra 10 anni?
"La vedo a due velocità perché sicuramente ci sarà una crescita molto forte e un’evoluzione della mobilità nelle grandi città, dove avremo più sharing perché le auto fondamentalmente si usano poco. Le nostre auto stanno ferme per il 93% della loro vita, con la situazione economica attuale, il caro benzina e via dicendo, tante seconde e terze auto verranno sostituite da un utilizzo maggiore dello sharing. Quindi nella grandi città una mobilità condivisa multimodale con il monopattino o la bicicletta. Ma nel resto d’Italia si continuerà ad utilizzare un’autovettura in uso esclusivo, non condivisa".