Al dato ecologico, la necessità dello smaltimento dei pacchi batterie esausti, si somma l'aspetto economico, il costo dell’approvvigionamento delle materie prime, metalli rari necessari alla realizzazione delle batterie delle auto elettriche, cobalto in primis.
Da qui, un'esigenza irrinunciabile per qualsiasi marchio: sviluppare programmi di riutilizzo il più efficienti possibile. Le idea di accumulatori in grado di trovare una seconda vita dopo l’auto, in diversi ambiti di impiego, perlopiù domestici, punta a sfruttare un’efficienza residua ancora elevata, sebbene non più funzionale ad alimentare un veicolo.
Il progetto portato avanti da Audi e Umicore, invece, mira a qualcosa di diverso e più ambizioso. Riciclare le materie prime e creare un ciclo chiuso di utilizzo. Si apre la fase 2 del progetto avviato lo scorso giugno, sviluppare un ciclo ideale che vada dall’approvvigionamento delle materie prime per la produzione dei pacchi batteria al loro riutilizzo al termine del ciclo vitale a bordo di un’auto.
I test di laboratorio hanno registrato un tasso di riutilizzo delle batterie pari al 95%, ricerca avviata da Audi sui pacchi delle A3 e-tron ibride plug-in. La prossima fase della ricerca con Umicore verrà condotta con il suv Audi e-tron e l’obiettivo è di sviluppare le conoscenze in materia di purezza dei materiali recuperati, il tasso di riciclo e la sostenibilità economica.
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La percentuale di recupero (oltre il 95%) è riferita a materiali quali cobalto, nickel e rame, che potrebbero confluire in una sorta di banca delle materie prime dalla quale attingere per realizzare nuovi accumulatori.