Appuntamento al 9 dicembre, per provare a trovare una quadra intorno a posizioni che restano distanti. Volkswagen e i sindacati proseguiranno il negoziato per giungere a un punto condiviso intorno ai tagli dei posti di lavoro, delle retribuzioni e la chiusura degli impianti produttivi.
Volkswagen resta ferma sulla posizione di una necessità di tagliare i costi per 4 miliardi di euro e farlo in tempi rapidi.
L'intenzione, alla quale sono contrari i rappresentanti dei lavoratori, è di fermare due impianti (Osnabruck e Dresda, secondo le anticipazioni di Bloomberg) e destinare Emden - attualmente sito produttivo di Volkswagen ID.4 e ID.7 - a una produzione per conto terzi.
Soluzioni rapide e drastiche
“In definitiva, qualsiasi soluzione deve ridurre sia la sovraccapacità produttiva che i costi. Non possiamo limitarci a mettere un cerotto e continuare a trascinare la situazione. Questo si ritorcerebbe contro di noi in modo grave", ha commentato Thomas Schafer, a.d. Volkswagen, al Welt am Sonntag. No anche alla proposta di procedere con i tagli attuando uno scivolamento dilatato nel tempo, procedendo con i prepensionamenti: “Ci vorrebbe semplicemente troppo tempo. Non ha senso ritardare la ristrutturazione fino al 2035. A quel punto, la concorrenza ci avrà lasciato indietro”.
Il piano di ristrutturazione va attuato nel giro di 3-4 anni secondo Volkswagen e il pacchetto di tagli comprende le retribuzioni (-10%) dei dipendenti ai quali si applicano i contratti collettivi. Inoltre, l'eliminazione del bonus di anniversario e dei 170 euro mensili, concordato collettivamente tra azienda e sindacati.
Lavoro temporaneo a condizioni di mercato
Altri punti del percorso di ristrutturazione presentato da Volkswagen, comprendono nuove condizioni per il ricorso al lavoro temporaneo: "Con la risoluzione dei contratti collettivi sull'impiego di lavoratori temporanei in Volkswagen, l'azienda intende ricorrervi alle condizioni collettive di riferimento per il settore e non a costi molto più elevati rispetto a quelli sostenuti dai concorrenti, come avviene attualmente", illustra una nota del gruppo.
Verso l'incontro del 9 dicembre si procede con la data del 30 novembre quale ultimo giorno in cui è previsto l'obbligo di astensione dagli scioperi da parte dei lavoratori.