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Stellantis, ombre cinesi ma nessuna cessione dei marchi

© LAPRESSE

Ungheria e Turchia, ma anche Spagna. La geografia dell'espansione dei marchi cinesi in Europa, relativamente alla produzione localizzata nel Vecchio continente, non ha prodotto finora alcun impegno in Paesi che pure inseguono gli investimenti cinesi. Leggi: l'Italia. 

"I costruttori cinesi non andranno in Germania, Francia o Italia per costruire le proprie auto, perché avrebbero svantaggi sui costi, a cominciare da quelli energetici", la visione di Tavares sulle mosse dei rivali dei costruttori mainstream sul fronte della produzione di auto elettriche. Ostacoli peraltro elencati dall'a.d. in audizione parlamentare, tra quelliche limiterebbero il Gruppo nelle operazioni in Italia.

D'altronde, Stellantis medesima per l'assemblaggio delle Leapmotor importate dalla Cina ha individuato la fabbrica di Tychy quale "hub" dal quale omologare e riassemblare le elettriche importate in Europa.

Produzione cinese in Europa, crisi si aggraverà

Un'industria europea dell'auto che soffre una crisi si sovra-capacità produttiva rispetto alla domanda del mercato e, sempre secondo l'a.d. Stellantis, lo scenario non potrà che acuirsi con l'insediamento dei costruttori cinesi in Europa. Attraverso la porta della Turchia sarà possibile aggirare i dazi all'importazione, con gli impianti in Ungheria idem. 

In questo contesto vi sono le difficoltà del Gruppo, che ha prolungato la chiusura di Mirafiori fino a novembre e sommato le chiusure in specifiche giornate a Pomigliano d'Arco, Termoli e Pratola Serra, per adeguare i livelli di produzione.

Stellantis ha respinto l'interessamento su alcuni brand

Sempre dal Salone di Parigi, Tavares ha confermato d'aver ricevuto l'interessamento (declinato) di alcuni costruttori cinesi a rilevare alcuni dei marchi del Gruppo. Stellantis non prevede cessioni a breve e sarà tra 2026 e 2027 che verrà condotta una valutazione del rendimento di ciascun brand, per deciderne il futuro.

Dodge e Chrysler Oltreoceano, Maserati nel Vecchio continente, sono i band intorno ai quali le pressioni sono maggiori. Marchi Stellantis che dovranno girare in territorio positivo entro tre anni, generare profitti per il Gruppo e ciascuno può contare su piani industriali fino al 2030 tutti interamente finanziati, ha sottolineato Tavares.