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Ferrari F80, la storia continua: dalla 288 GTO a LaFerrari

Sigle e nomi che bastano a sé stessi. GTO? F40? Enzo? Va bene così e non serve altro, perché è lampante il soggetto. Oggetti che per la Ferrari hanno rappresentato in realtà soggetti in grado di vivere di vita propria, interpreti del punto massimo della tecnologia applicata alla produzione di supercar stradali.

Ecco, alla Ferrari F80 il compito di diventare essa stessa una sigla all'altezza delle antenate più blasonate. Poi, c'è il concetto di supercar che ha richiesto una correzione in corsa negli ultimi 40 anni; il diventare hypercar in una fase identificabile, probabilmente, con il debutto della Enzo.

Ferrari 288 GTO

L'epoca "moderna" del filone supercar può farsi iniziare nel 1984 che portò sulla scena la Ferrari 288 GTO. La sigla tra tutte con il simbolismo più alto tra le produzioni a Maranello tornava sulla scena dopo gli anni Sessanta della 250 GTO. Gran Turismo Omologata è un bollino che ha scritto la storia e alimentato storie leggendarie.

Con la 288 GTO la proposta è sostanzialmente diversa. Si parte da una base che fu la 308 GTB Speciale del 1977 per creare una sportivissima berlinetta V8 da 2,8 litri, sovralimentato con due turbocompressori IHI.

Quattrocento cavalli su una massa di soli 1.160 kg realizzavano un rapporto peso-potenza di 2,9 kg/cv, sufficiente a scattare in 4"9 sullo 0-100 km/h e fare i 305 di punta massima. Ne vennero realizzati 272 esemplari.