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C'è un'auto che capisce quando commetti un'infrazione stradale e avvisa la polizia!

Ford ha recentemente depositato negli Stati Uniti un brevetto per un sistema innovativo che, sfruttando le tecnologie già integrate nei veicoli moderni, potrebbe trasformare il modo in cui vengono individuate le infrazioni stradali. Utilizzando una combinazione di telecamere ad alta risoluzione, GPS e sensori, il sistema sarebbe in grado di registrare violazioni come eccessi di velocità, passaggi con semaforo rosso e altre infrazioni. Una volta rilevata un’anomalia, il veicolo invierebbe automaticamente i dati – comprese le coordinate GPS e l’immagine della targa – alle autorità competenti, velocizzando notevolmente il processo di sanzione.

Veicoli Ford come "agenti di polizia mobili"

Tale tecnologia, se implementata, potrebbe ridurre la necessità di dispositivi fissi come autovelox e telecamere agli incroci, rendendo la sorveglianza del traffico più efficace e diffusa. Tuttavia, il sistema pone interrogativi significativi sul fronte della privacy. I veicoli dotati di tale soluzione, infatti, diventerebbero una sorta di "agente di polizia mobile", in grado di monitorare il conducente stesso, ma anche gli altri utenti della strada.

Privacy e implicazioni legali

L'introduzione di un sistema così invasivo solleva molteplici preoccupazioni legali, soprattutto in paesi come l'Italia, dove le normative sulla privacy sono molto stringenti. Le riprese e la registrazione di attività pubbliche senza il consenso delle persone coinvolte sono regolamentate, l’uso di dashcam, ad esempio, è limitato: le riprese devono rispettare specifici requisiti di utilizzo e non possono essere impiegate liberamente per sanzionare infrazioni minori. Per aggirare questi ostacoli, la Casa dell’Ovale Blu potrebbe prevedere l’uso del sistema solo su veicoli delle forze dell'ordine o con specifiche autorizzazioni legali, ma l’introduzione su veicoli privati appare complessa. L'idea di una "sorveglianza diffusa" attraverso i veicoli crea un dibattito su come bilanciare l'innovazione tecnologica con i diritti individuali, evidenziando i potenziali rischi di uno "Stato di sorveglianza" digitale, una sorta di "Grande fratello" moderno. Di seguito l'immagine del brevetto depositato.