Da un lato il voto sui dazi applicati alle auto elettriche prodotte in Cina, dall'altro un tavolo di trattative che prova a trovare una sintesi che eviti una vera guerra commerciale tra le economie del Vecchio Continente e quella del Paese del Dragone. A Bruxelles, il 4 ottobre, si vota per rendere definitivi i dazi provvisori in vigore dallo scorso luglio.
Nessun passo indietro sullo strumento emerso dall'indagine della Commissione europea in materia di aiuti pubblici ai costruttori cinesi. Dazi differenziati tra i costruttori oggetto dell'investigazione, sui quali si somma il 10% di imposizione generalizzata, prevista sulle importazioni di auto in Europa.
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Auto cinesi, no al prezzo minimo di vendita
Nonostante la pressione sulla Germania per votare contro i dazi definitivi, nonostante siano criticati dai Costruttori, i rappresentanti di 27 Paesi membri voteranno venerdì e lo faranno, secondo le anticipazioni di Politico, in senso favorevole alla conferma dei dazi.
Ciò non toglie un'interlocuzione continua tra Bruxelles e Pechino, su quale accordo possibile è tutto da scoprire. Rigettata la proposta iniziale di un prezzo minimo di vendita delle elettriche cinesi in Europa, nei giorni di fine settembre che hanno preceduto la votazione sembrava si fosse giunti a un punto condiviso.
La formula? Criptica. “Le rappresentanze tecniche di entrambe le parti stanno attualmente lavorando diligentemente per negoziare un piano di impegno su un prezzo flessibile, come indicato dalla consultazione, cercando di raggiungere un consenso sulla soluzione prima della regolamentazione definitiva”, spiegava un portavoce del ministro del Commercio, il cinese Wang Wentao. Detta altrimenti: un controllo sui prezzi minimi e sui volumi esportati verso l'Europa. Più facile a dirsi che a essere regolamentato in concreto.
Le tempistiche in gioco e l'esito prospettato del voto del 4 ottobre, rinviano quell'ottimismo su un accordo che superi i dazi. Verranno confermati e impatteranno in misura variabile sui costruttori cinesi - a seconda del grado di collaborazione all'indagine della Commissione, fino al 35,3% applicato a Saic -, nelle loro esportazioni in Europa.
Dazi, il no della Germania non basta
A meno di un voto contrario il 4 ottobre, i dazi definitivi saranno in vigore per una durata di 5 anni. Tra i paesi favorevoli all'imposizione, l'Italia, la Francia, la Polonia. La posizione della Germania è influenzata dalle pressioni dei costruttori, da BMW a Volkswagen .
L'a.d. BMW Zipse, ha commentato spiegando come "dazi ulteriori danneggiano le imprese attive a livello globale in questo Paese e potrebbero portare a una disputa commerciale dalla quale nessuno trae vantaggio”.
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