Per il 25 settembre era atteso il voto da parte dei Paesi dell'Unione Europea relativo alla conferma dei dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina. Tale votazione è stata però posticipata e la deicisone è stata resa nota direttamente da fonti diplomatiche europee.
Slitta la decisione
La Commissione Europea, nel tentativo di contrastare i massicci sussidi concessi da Pechino ai suoi produttori, aveva già introdotto a luglio delle tariffe provvisorie, che arrivano fino al 36,3%, contro colossi come Byd, Geely e Saic. Le misure appena citate andavano ad aggiungersi ai dazi del 10% già applicati alle esportazioni cinesi verso il mercato europeo.
Intanto la stessa Commissione Europea ha ribadito la necessità di trovare una soluzione negoziata, rispettando le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e correggendo gli squilibri causati dai sussidi cinesi. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha proposto di riconsiderare i dazi, ma l'Italia non condivide questa posizione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sostiene la linea europea, mentre il ministro Adolfo Urso continua a sottolineare l'importanza di riequilibrare i rapporti commerciali e rafforzare la cooperazione economica, soprattutto nei settori della tecnologia verde e della mobilità elettrica.
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