I dazi imposti dall'Unione Europea alle auto elettriche cinesi saranno permanenti? La risposta l'avremo dal prossimo 25 settembre, quando i paesi membri dovranno esprimere il loro pensiero sulla questione. La Commissione Europea aveva introdotto i dazi, fino al 36,3%, in risposta ai generosi sussidi cinesi destinati ai produttori di veicoli elettrici come Byd, Geely e Saic, i quali, secondo Bruxelles, distorcono il mercato, alterando la concorrenza. Queste misure si aggiungono ai già esistenti dazi del 10% sulle importazioni dalla Cina. Ora la palla passa ai governi, i quali dovranno decidere se prolungare tali tariffe per un periodo di cinque anni.
Come ha risposto Pechino
L'Europa mette i dazi, la Cina risponde per le rime, intensificando i controlli sulle importazioni europee di prodotti alimentari come carne di maiale e brandy. La Commissione UE ha ribadito la volontà di trovare una soluzione negoziata, purché questa sia in linea con le norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e corregga gli squilibri creati dai sussidi cinesi.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha recentemente invitato a riconsiderare l’imposizione delle tariffe, ma questa posizione non sembra essere condivisa dall’Italia. "Sosteniamo la linea della Commissione Europea", ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante un incontro a Roma con il ministro cinese del Commercio Wang Wentao. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, hainvece ribadito l'importanza di riequilibrare la bilancia commerciale e rafforzare la cooperazione economica tra i due Paesi, in particolare nei settori della tecnologia verde e della mobilità elettrica. Urso ha comunque chiarito che il sostegno alla proposta della Commissione Europea sui dazi è essenziale per garantire condizioni di concorrenza eque.
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