Volkswagen non se la passa bene, almeno secondo quanto riportato da Bloomberg. L'azienda ha prima accusato il colpo con il Dieselgate del 2015, poi con la pandemia di Covid-19. A quanto pare ad oggi il colosso tedesco starebbe valutando la chiusura di alcuni stabilimenti in Germania.
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La concorrenza cinese si fa sentire
Secondo voci di corridoio il CEO Oliver Blume avrebbe annunciato un nuovo piano di austerità con il fine di ridurre il personale. A confermare queste voci è il quotidiano Handelsblat. Andrebbe in cenere quindi un patto di stabilità siglato con i sindacati, che avrebbe dovuto garantire la sicurezza di 110mila dipendenti fino al 2029. Il taglio dei costi dovrebbe ammontare a circa 5 miliardi di euro. La causa di questa decisione è ovviamente riconducibile alla concorrenza delle aziende cinesi, a prescindere dai dazi imposti dall'Unione Europea. Con tutta probabilità i primi a chiudere saranno gli stabilimenti di produzione di componenti, considerati ormai obsoleti. Se le chiusure e i conseguenti tagli sembrano ormai uno scenario estremamente possibile, è pur vero che non si tratta di un'operazione facile, con probabili opposizioni prima di tutto dei sindacati dei lavoratori.
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