È un amore mai dimenticato, semmai rimpianto e non solo perché simbolo dei tempi andati, un mix di passione e nostalgia per un’assenza importante. Ogni anno il Salone dell’Auto di Torino era “L’appuntamento”, l’evento a cui nessuno voleva mancare: attirava operatori di settore, appassionati, sportivi e curiosi, un afflusso enorme ai padiglioni espositivi, la grande folla attorno agli ultimi modelli, tra sogni e necessità. Arrivavano a Torino da tutta Italia e dall’Europa, ma anche dai Paesi più lontani, in particolare dall’Oriente e dall’America, per ammirare stile e tecnologie, per trarre spunti produttivi.
Honda una delle protagoniste del Salone dell'Auto di Torino
Capitale dell'auto
D’altronde, Torino da sempre è la Capitale italiana dell’Auto, e certi nomi, come il Lingotto (con la mitica pista sul tetto) e Mirafiori, icone di produttività automobilistica, ma anche il Palazzo Esposizioni e il Valentino, restano indelebili nella storia e nella cultura del nostro Paese. Il Salone dell’Auto di Torino andò in scena per la prima volta dal 1° al 24 aprile del 1900 alla palazzina delle Belle Arti. A quell’epoca in Italia c’erano già stati due appuntamenti con le novità automobilistiche, su iniziativa dei proprietari delle vetture.
A Torino, invece, fu registrata la prima esposizione più strutturata e riferimento del settore, intitolata “Mostra di Automobili” che avrebbe avuto un riconoscimento ufficiale soltanto più tardi, nel 1937 (su spinta e voce di Carlo Biscaretti di Ruffia) quando il “Bureau International Permanent des Constructeurs d’Automobiles” riconobbe la storia pregressa al pari di altre città veterane dei Saloni (Parigi, Londra, Berlino, New York): quell’esposizione (organizzata a Milano) divenne la 31a edizione del Salone dell’Auto. Torino aveva ospitato fino al 1913, Milano fino al 1937.
Nella storia dell’auto resta il momento magico di quel fascino antico: la nascita a Torino, al Palazzo delle Belle Arti, 800 metri quadri di esposizione, 20 centesimi a biglietto, 19 marchi, di cui 8 francesi (tra cui Peugeot e Renault ), 10 italiani (tra cui Fiat), uno tedesco. Rassegna con tanto di premiazione finale ed eventi collaterali come la Corsa in salita dalla Madonna del Pilone a Pino Torinese, la Corsa internazionale di velocità e l’Esposizione Fotografica Automobilistica.
Torino e l'auto: evoluzione, chiusura e rinascita
Un motivo d’orgoglio, ma anche un business su cui puntare che diede inizio a un’evoluzione e alla crescente partecipazione di espositori e di pubblico, superando periodi difficili e di sosta forzata, come la Guerra. Torino portò avanti la sua Esposizione Internazionale fino al 1913, e riprese in mano il Salone dell’Automobile nel dopoguerra, dal 1948: appuntamento annuale fino al 1972, poi biennale dal 1974 al 2000, trovando sede nella parte finale della sua storia da Torino Esposizioni al Palazzo del Lavoro e al Lingotto. Nel 2002 la crisi del settore automobilistico portò la chiusura, tra non poche polemiche e il passaggio dei diritti al Motor Show di Bologna come rassegna fieristica.
Polemiche e rimpianti, fin quando la finestra si è riaperta: Torino ritrovava d’incanto e per magia il suo appuntamento prestigioso grazie al coraggio organizzativo di Andrea Levy capace di proporre una formula innovativa, a cielo aperto al Parco Valentino: cinque edizioni prima di trovare ostilità e la mancanza di collaborazione delle istituzioni che costrinsero alla “fuga” verso Milano. Oggi Andrea Levy, imprenditore e grande appassionato di auto, e la sua compatta e talentuosa “macchina forza-lavorativa” hanno ritrovato le condizioni e l’appoggio istituzionale per tornare e riproporre il Salone dell’Auto di Torino aprendo un nuovo capitolo di una prestigiosa storia. Tutto da scrivere…
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