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Lo stabilimento Marelli di Crevalcore non chiuderà

Ci sono storie belle proprio perché da un epilogo infelice, riescono a prendere una piega soddisfacente. Tutti i settori hanno degli alti e bassi, e alcune aziende con i loro stabilimenti possono non sopravvivere. Come il caso della Marelli che, nel settembre scorso, avevano annunciato sarebbe stata chiusa a Crevalcore, per trasferirsi a Bari. L'impegno di tutte le figure politiche e sindacaliste – oltre che gli stessi cittadini – che non volevano la sua chiusura (in cui sarebbero stati licenziati 230 lavoratori), ha fatto sì che avvenisse un “piccolo miracolo”: la fabbrica di Crevalcore si è salvata con la sua cessione a Tecnomeccanica, fonderia specializzata nella produzione di componenti pressofusi in alluminio.

L'arrivo a Tecnomeccanica

È stato a Roma, dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che è arrivata l'ufficialità per il passaggio della struttura a Tecnomeccanica. Giorgio Rossi, presidente Propulsion Solutions di Marelli ha detto che “questa conclusione riconosce la nostra determinazione nel trovare una soluzione concreta e costruttiva per la riconversione del sito di Crevalcore ringraziamo tutti gli attori che hanno contribuito in modo significativo alla positiva conclusione di questo percorso, che ha portato alla conservazione pressoché totale dei posti di lavoro del sito".

Così la fonderia riprenderà subito 152 dipendenti, mentre i rimanenti 67 saranno distribuiti 40 in altri stabilimenti Marelli e 27 avranno l'erogazione di strumenti di accompagnamento alla pensione o di incentivi all'esodo. Adolfo Urso, a riguardo, ha detto che questo è "un altro caso di successo di riconversione produttiva. Siamo partiti dieci mesi fa con una procedura di licenziamento avviata nello stabilimento di Crevalcore e oggi siamo qui per porre il sigillo a questa operazione e di questo siamo molto felici, è una giornata importante".

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