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Dyane, l'auto in jeans conquistò tutti gli italiani

Era speciale, con quell‘aria alternativa, il suo incedere disinvolto e a volte persino grottesco per quella sagoma disegnata come se fosse ispirata da un simpatico cartone animato. E poi, quando mai si era vista un’auto capace di piegare in curva come una moto (anche se diversamente)? A quei tempi divertirsi a una rotonda era un gioco (pericoloso) da ragazzi cresciuti tra i bar e il mito delle auto sportive, ma era necessario fare “di necessità virtù”. E la Dyane era la vettura ideale per crescere e divertirsi, parola di chi ne ha avuta una (color azzurro… jeans chiaro): ma attenzione, grazie a sospensioni inimmaginabili e a una morbidezza d’assetto straordinaria era capace di inchinarsi in curva, di togliere il fiato a chi stava dentro ma soprattutto guardava da fuori. Uno spettacolo, con la Romagna terra di grandi sfide e imprese, ancor oggi ispiratrici di racconti perché era stata progettata per perdere aderenza fino al limite del contatto a terra alzando le ruote, piegandosi ma senza ribaltarsi, anche se qualcuno c’è riuscito e lo racconta tra il serio e il faceto… 

La Citroën Dyane sbarazzina, disinvolta, informale, con quel cambio infilato nella plancia con una leva a L allungata e pallina finale da stringere nella mano destra, affaticata in salita ma roboante spingendo i giri verso l’alto, generosa con il tetto apribile che faceva sembrare la vita diversa, come una vacanza continua: viaggiava anche in fuoristrada, forse per rendere onore alla sua antenata, la 2CV…

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IL PROGETTO NEL 1964

Giusto sessant’anni fa, nel 1964, Citroën dava il via a un progetto denominato AY, pensato per rinverdire i fasti della 2CV, un progetto di lunga gestazione (ma i tempi di sviluppo sono come quelli per le auto attuali, un triennio) presentato ufficialmente il 29 agosto 1967 e portato alla luce poi un anno dopo, l’anno in cui fu lanciata la Citroën Dyane, l’erede ufficiale della 2CV.

LA SCUOLA DI BERTONI

In realtà il modello sviluppato dalla 2CV, da cui prendeva soluzioni trasmesse dal designer stilista fiorentino Flaminio Bertoni (scomparso proprio nell’anno di avvio del progetto) e geniale ispiratore della 2CV, attingeva anche dalla Ami 6 e si presentava con una motorizzazione più potente rispetto alla 2CV: non abbastanza per i francesi, ma la Dyane fu accolta con entusiasmo in Italia al punto da azzerare le vendite della sua “progenitrice” (sparita dal listino fino al 1976…). Intanto perché frenava meglio della 2CV, poi perché “Finalmente Citroën offre un’utilitaria gradevole e funzionale”, come spiegavano gli italiani sottolineando che al contrario della 2CV la Dyane non era “né spartana né brutta”, facendo decollare le vendite. I malumori per la scarsa potenza furono messi subito a tacere, un anno dopo perché nel 1968 Citroen sviluppo una versione più potente (la Dyanissima, 602cc, 28 CV con impianto elettrico a 12 V, 110 km/h) e una “via di mezzo” (un 435cc da 26 CV) con il lettering Dyane. da quel momento è una storia di successi continui, nel maggio del 1968 fu lanciata una versione simbolo di libertà all’aria aperta, la Dyane 6 Mehari, una spiaggina intrigante con carrozzeria in plastica, prima di prendere la propria strada come Mehari e basta, ma questa è un’altra storia.

UN MOSTRO DI SIMPATIA

In quel periodo, siamo nel 1970, la Dyane cresce in potenza, prestazioni e popolarità, diventando in Italia un vero e proprio best seller: fu identificata infatti come “l’auto in jeans” complice un’azzeccata campagna pubblicitaria, guarda un po’ di matrice italiana: l’agenzia B Communications fu abile a coniugare l’aspetto di Dyane con uno spirito giovanile, divertente e giocoso. Nacquero, quindi, vari slogan tra i quali “Dyane, l’auto in jeans” e “Un mostro di simpatia”, accompagnati da foto, disegni, messaggi capaci di conquistare il pubblico. Risultato: vendite oltre le previsioni, anche grazie a un’audace politica dei prezzi, e a un progressivo aggiornamento tra estetica, dotazioni e tecnologie, aggiungendo dettagli come il pulsante al posto della maniglia d'apertura del portellone, le plastiche interne e il volante solo di colore nero, l’aggiunta della spia del livello del liquido del circuito frenante, i dischi dei freni in sostituzione dei tamburi anteriori…

L'ULTIMA NEL 1983 

L’anno boom in Italia fu il 1974 in cui furono vendute 127 mila unità, nonostante fosse l’anno della crisi totale per la deflagrazione del prezzo del petrolio che portò la benzina a costi improponibili. Dyane trovò anche sbocchi importanti nel mercato dell’usato, ma soprattutto divenne poi un pezzo da collezione: ancor oggi in Italia sono innumerevoli le presenze ai raduni d’epoca del modello nelle sue varie edizioni, i prezzi ne hanno fatto un vero investimento, chi ce l’ha però cerca di tenersela e il mercato dei ricambi raggiunge vette impensabili, anche perché di quelli originali se ne trovano sempre meno… L’ultima Dyane prodotta risale al 1983 e fu venduta proprio in Italia.

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