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Su Auto in edicola: Renault Scenic, dietro le quinte dell'Auto dell'Anno

Vincere il premio Auto dell’Anno è per un Costruttore una grande soddisfazione, oltre che una bella promozione commerciale per la sua auto. Ma, come per tutti i risultati importanti, in qualsiasi settore, è sempre interessante andare ad analizzarli e vedere che cosa c’è dietro.

Così, per noi di Auto è stato un obbligo, un dovere di informazione, cercare di capire le scelte che ci si sono state nella creazione della Renault Scenic, eletta The Car of the Year 2024, che, per forza di cose, nasceva con grandi ambizioni e, anche per questo motivo, doveva essere portabandiera dei modi di interpretare il cambiamento in corso nel mondo dell’auto da parte della Casa che l’ha realizzata. Abbiamo così deciso affrontare il tema della nascita della Scenic con Gilles Vidal, direttore del Design di Renault, e Cléa Martinet, che è a sua volta direttore dello Sviluppo sostenibile del Gruppo.

Renault, Vidal: Premio Auto dell'Anno è un successo collettivo

Vidal, lei aveva già vinto altre tre volte (con Peugeot 308, 3008 e 208, n.d.r.) il premio The Car Of The Year e ora è arrivato a quattro in un solo decennio, è un archistar del design dell’auto. Quanto pensa che incida sul risultato conseguito l’archistar e quanto il gruppo?

“Quando vinci un premio come The Car of The Year è sempre un successo collettivo, non solo del design. Certo lo stile ha un ruolo importante, ma i giurati tengono conto anche degli altri elementi dell’auto, come la meccanica, gli equipaggiamenti, le performance, la qualità. Ci deve essere una omogenizzazione. Il compito del design è di dare appeal, ma è solo una parte della storia”.

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Scenic è un Suv con una linea sportiva (è alto 1,57 metri meno praticamente di tutta la concorrenza, n.d.r.) ma adatto alle famiglie, è un mix che ha portato a compromessi?

“Non parlerei di compromessi quanto piuttosto di aggiustamenti. Avevamo in mente un’auto che ispirasse dinamicità e sportività, per questo motivo non abbiamo mai pensato di rinunciare a un look che risultasse attrattivo. Abbiamo realizzato una vettura che, posta vicino a un Suv tradizionale risulta snella, ha forme proporzionate e l’abitacolo è stato studiato per risultare funzionale all’uso che una famiglia fa di un’auto, con molto spazio anche per i posti dietro. Il tutto con un linguaggio formale ricco di personalità e una silhouette interessante per il segmento della vettura...”

Il resto del servizio è sul prossimo numero di Auto, in edicola il 15 giugno, oppure qui in edizione digitale.

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