Più leggera, più potente, sempre necessariamente monoposto. La seconda generazione di BAC Mono sviluppa una formula di supersportiva per finissimi cultori della tecnica e della pura guida, chi non si lascia distrarre da gadget tecnologici e punta alla sostanza.
Nel caso del progetto Mono 2020 - 20 mm più bassa in altezza, 25 mm più lunga - è tutta nei materiali, nella ricerca sul come alleggerire un progetto già peso piuma, farlo conservando alte prestazioni e in regola con le stringenti normative antinquinamento.
Motore Mountune e prestazioni
Inizia là dove aveva lasciato BAC Mono R per scrivere un nuovo capitolo della proposta “base”. Il motore diventa un turbo benzina 4 cilindri, curato dagli specialisti Mountune, indizio che, insieme alla cubatura di 2.3 litri, suggerisce l’origine Ford del propulsore: 326 cavalli e 400 Nm, 27 cavalli in più a fronte di una riduzione di peso di 10 kg, ora a 570 kg. Motore 4 cilindri dotato di lubrificazione a carter secco. Un must per una monoposto stradale nata per esprimersi al meglio in pista.
Un rapporto di 582 cavalli per tonnellata (meno di 1,72 kg/cavallo) descrive bene quali prestazioni sarà possibile vivere al volante. Numeri assoluti che possono sembrare non così estremi nel dato di velocità massima, 272 km/h, altra cosa è lo 0-100 km/h, completato in 2”8.
Peso piuma con grafene e stampa 3D
Il design affina alcuni tratti, è stata ridotta la sezione frontale, un vantaggio per l’aerodinamica e la canalizzazione dei flussi lungo la cellula abitacolo, un telaio monoscocca sul quale sono installati elementi della carrozzeria in fibra di carbonio arricchita di grafene, progetto sviluppato da BAC e dai benefici in termini di prestazioni termiche e meccaniche superiori dalle superfici.
Non è l’unico elemento degno di nota, il processo di manifattura additiva (produzione mediante stampa 3D) ha consentito la realizzazione di oltre 40 componenti, con un vantaggio al peso complessivo: i bracci degli specchietti, gli alloggiamenti, le cornici dei fari, le prese d’aria del motore, sono tutti realizzati con tecnologia di stampa 3D.
La riduzione delle masse passa da un impianto frenante con pinze AP Racing alleggerite (i freni carboceramici restano un optional, in grado di ridurre di 2,55 kg per singola ruota il peso) e cerchi progettati con l’ausilio degli specialisti di strumenti di progettazione CAD di Autodesk. Una forma di intelligenza artificiale, che utilizza dati via cloud per le simulazioni, ha consentito l’analisi di migliaia di opzioni di design sui cerchi in lega, ottenendo la soluzione migliore in minor tempo rispetto a metodi di progettazione convenzionali.
Il risultato: ciascuna ruota pesa appena 2,2 kg, è più leggera del 35% (1,22 kg) se confrontata con la prima generazione di BAC Mono. Ruote gommate Pirelli Trofeo R e collegate a sospensioni regolabili Ohlins a 2 vie.
Sospensioni, assetto piatto
Fronte assetto, da registrare la variazioni apportate alle geometrie e regolazioni delle sospensioni per limitare i trasferimenti di carico longitudinali in accelerazione e frenata. L’accentramento delle masse, poi, per migliorare il baricentro, prevede il posizionamento della batteria sotto il sedile del pilota e il serbatoio del carburante installato più in basso.
Guidare tanta cura meccanica richiede un sacrificio di 190 mila euro.
Morgan Plus Four, un vintage tutto nuovo con il turbo BMW