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Citroen, Raduno del Secolo: l'arrivo

L’emozione non ha fine e se proprio deve esaurirsi, il motivo non dipende da noi. Il giorno del Raduno del Secolo per festeggiare il Centenario di  Citroën è il giorno più difficile, almeno per noi. Dopo oltre 1.110 chilometri percorsi alla grande, senza la minima sbavatura in ogni singolo comportamento della macchina, dobbiamo separarci dalla “nostra” 2CV apena sbarcati sul piante La Ferté-Vidame. E non è esattamente un esercizio semplice, la comodità, il divertimento e la simpatia garantiti da questa vettura geniale, originale, assolutamente ancora modernissima non la troveremo così facilmente, compreso un bagagliaio sorprendetemente capiente, capace di contenere tre trolley medio grandi sopra la ruota di scorta. Del resto era stata pensata per portare anche 50 chili di patate, quindi c’è poco da meravigliarsi.
 

Addio, gioiellino!

Resta il rammarico di dover lasciare questo gioiellino con i suoi fari indipendenti, sistemati sopra la corrozzeria che fa tanta tenerezza. Prima però compie fino in fondo il suo dovere portandoci senza problemi in quel luogo incantato che è La Ferté-Vidame, una enorme proprietà passata da un secolo all’tra di proprietario in proprietario, fino a quando ne entro in possesso la famiglia Citroën che subito la trasformò nel luogo segreto, costruendoci una lunghissima pista dove testare i nuovi modelli senza farsi vedere da nessuno.
 
Oddio per arrivarci dobbiamo girare due ore a vuoto a causa di un’organizzazione non proprio impeccabile da parte dei francesi, ma quello che si palesa davanti ai nostri occhi appartiene alla categoria della bellezza assoluta, anzi della grande bellezza, che riusciamo a perdonargli anche i disagi.
 
Diamo l’ultima carezza alla lamiera della 2CV lasciandola alle amorevoli cure di chi l’ha ricostruita e curata in questi anni, cioè le donne e gli uomini del Centro di Documentazione Storica di Citroën e cioè Ilaria Paci, Maurizio Marini, Fabrizio Consonni, Guido Whilelm e Giuseppe Manelli. E così, senza avere alternative ci tuffiamo in questa dimensione di passione totale, di amore senza barriere per un marchio e le sue incredibili macchine. 
 

Goodwood... in salsa francese

Metà Festival di Goodwood, metà semplicità e passione della 24 Ore di Le Mans. Comunque spettacolo puro a cielo aperto, di cultura motoristica, festa davvero popolare nel senso buono perchè quella era e resta l’anima di Citroën, popolare. Intesa come marchio accessibile alla maggioranza delle persone. E diventa davvero difficile destreggiarsi in questo universo infinito ampio e ricco di storia, di tradizione e di bellezza allo stato puro. Gli immensi parchi alternati a laghetti, di fronte alle rovine del Castello di Le Ferté-Vidame a metà mattinata sembrano quasi a pois, puntellati dalle macchione accorse al richiamo del Raduno del Secolo. A metà pomeriggio, non ci sono più puntelli ma una distesa indistinta di vetture che colorona i prati a loro piacimento.
 

Numeri da capogiro

Difficile fare un calcolo esatto di quante siano, ma parliamo di una dimensione intorno alle 4.000 vetture. Impressionante. E ce ne sono davvero di bellissime, anzi lo sono tutte. Gli organizzatori parlano di 11.000 collezionisti (150 dall’Italia), ma se i numeri danno una dimensione dell’evento, contano di più le persone che hanno deciso di passare tre giorni della loro vita accanto alla macchina e al marchio del cuore. Alla fine saranno in 70.000 uno stadio di calcio, e scusate se è poco.
 
Una condivisione culturale che forse solo noi italiani (e un po’ i tedeschi) possiamo comprendere davvero, quando ci sentiamo compenetrati con l’Alfa Romeo (quando non con la Ferrari ) che secondo Arnaud Belloni direttore marketing di Citroën mondo è il marchio al quale Citroën si avvicina di più come dimensione di passione e fedeltà.
Fare una selezione di quello che vedono i nostri occhi, è davvero complicato. Si dovrebbe parlare dei 42 modelli iconici portati dalla casa madre Citroën (20 storici, 10 da competizione, 9 della gamma attuale e 3 concept car) ma sarebbe riduttivo. E allora ci limitiamo a ricordare gioielli del calibro di Traction Avant,Type A 10HP, la prima vettura Citroën, per non parlare delle DS Pallas, la 2CV pick-up e davvero potremmo continuare all’infinito. Di certo vedere nell’ospitality Citroën i due concept 19_19 Concept e la AmiOne Concept offre davvero il senso della continuità nella ricrca di un design innovativo e tecnologicamente avanzato che porterà Citroën nel futuro esattamente come ha fatto nei 100 anni appena trascorsi. Aspettando i prossimi che verranno.